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Bullet to the Head

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Roma è una città fantastica, capace di offrirti un campionario di emozioni e di possibilità davvero sconfinate. Prendiamo la giornata di ieri, 14 Novembre 2012, la ricca offerta di Roma Capitale prevedeva tre possibilità, la raffinata ed entusiasta platea del Festival del Cinema di Roma, la manifestazione pacifica con conseguenti (e ovvii) scontri tra studelinquenti e polizieschi (due generi ben distinti) e infine l’esondazione dell’Aniene (Padre… perchè hai fatto ciò) con conseguente (e ovvio) caos traffico e Roma Nord in tilt completo (ma mica potevamo prevederlo eh…).

La parte migliore di me ha scelto di andare al Festival del Cinema di Roma per la proiezione (troppo) mattutina e per la conferenza stampa del film di Walter Hill, Bullet to the Head, con Sylvester Stallone presente. Ecco questo è il motivo che spinge un blogger ad alzarsi all’alba per vedere un film alle 9,00 di mattina, conoscere Sylvester Stallone, per quelli della mia generazione (più che per altre) Rocky Balboa e l’epopea dello stallone italiano di Philadelphia ha rappresentato un pilastro del cinema (a ognuno la sua… non criticabile) e vederlo a pochi metri con la possibilità di fargli domande era un’occasione da non perdere.

Quindi sfido il traffico, i manifestanti, le botte, il fiume Aniene e vado verso l’Auditorium Parco della Musica per la visone del film, presenti all’evento con gli occhi ancora spenti dal sonno e dall’alzataccia il sottoscritto, il prode Rrobe e il nostro cinedipendente Mauro Uzzeo, tre dei #5blogger sono pronti a parlare con Sly di tutto quello che sarà il film.

Ecco parliamo del film, per praticità (e paraculaggine) copioincollo qui le sante parole di Rrobe con cui condivido la critica di una messa in scena davvero minimale spacciata come scelta stilistica ma, evidentemente, dettata da limiti di budget, a parte la regia sciatta e svogliata (ma i generosi potrebbero definirla asciutta e ruvida) di Hill, il film gira bene fino all’inizio del terzo atto, sopratutto perché Sly regala un’ottima prestazione, ironica e umana quanto serve, senza strafare (obbligatoria la visione in lingua originale, vi avverto) e la battute tra la coppia di nemici-amici, sono divertenti.
All’inizio del terzo atto però, lo script prende una sbandata devastante che squalifica il film al punto da metterlo al livello di un direct to video con Steven Seagal. Poi però c’è il combattimento finale tra Sly e Momoa, combattuto con delle gigantesche asce, e si esce dalla sala con il sorriso (che, stando al Test Nanni, significa che il film al vostro cervello è piaciuto).
Tutto qui. Niente di più, niente di meno.

La sceneggiatura del film parla invece molto italiano ed è opera di Alessandro Camon, figlio d’arte che da anni scrive e produce film di successo ad Hollywood, per questo film Camon ha attinto da una serie a fumetti, da cui ha preso ispirazione, quello stesso Bullet to the Head, scritta da Matz e disegnata da Colin Wilson, la serie uscita in francia per Casterman e recentemente rieditata dalla Dynamite (qui la sua pagina ufficiale) in versione filmica, di cui pubblichiamo alcune tavole e copertine qui sotto.

Detto questo (da lui) voglio parlarvi della conferenza stampa, avvenuta dopo quesi due ore abbondanti dalla fine del film (ore 13,30 circa), che ha visto i protagonisti del film presenti in sala, il regista Walter Hill, settanta anni appena compiuti e una carriera infinita, ha tentato di difendere un film che se fosse uscito 20 anni fa sarebbe stato un capolavoro di film avveniristico e che invece oggi fa l’effetto di un caldo abbraccio di coccole a metà tra il già visto e il divertente. Ovviamente presente (ed è lì che lo aspettavo) Sylvester Stallone in persona, come dicevo qualche riga sopra, vedere il signor Balboa salire sul ring, ops… sul palco è stato decisamente emozionante e straniante al tempo stesso, spiritoso, spigliato, tranquillo, poco tirato ma anche poco poco poco disponibile per il publico/giornalisti/blogger presenti in sala alla fine della conferenza. Tutto sommato una bella esperienza, anche se in effetti gli volevamo proporgli un pranzo insieme per parlargli della sua carriera e del suo futuro, ma no problem, sarà per un altra volta Sly! :)

Note a margine:

Per questa iniziativa samo stati invitati e registrati da un’importante ufficio di PR digitali, che come spesso accade ci chiama con piacere (quando può) a parlare dei film in promozione. Questa volta, l’evento non era fine a se stesso e gestito da loro (e questo va detto), ma era all’interno di uno dei Festival del Cinema più noti ed in vista del pianeta (Roma è sempre Roma), quindi non siamo stati dotati di pass, accrediti o una cosa simil ufficiale che potesse metterci in grado di fare il nostro lavoro in maniera decente. Non voglio fare quello che sputa sul piato dove mangia (ci mancherebbe altro), ma ho chiesto più volte allo staff del Festival, se fosse possibile avere un accredito provvisorio, un cartellino o un etichetta adesiva con cui magari partecipare al photocall, avere una connessione wifi o entrare in sala stampa per scrivere del film nelle ore che avevamo tra la proiezione e la conferenza stampa. Niente. Rigidi come uno stoccafisso, abbiamo ripiegato le nostre aspettative, seduti al bar per un paio d’ore in attesa, tra chiacchiere sguardi al gentile pubblico, ai ragazzi in cerca di star di prima mattina e un portatile su cui scrivere. La giornata è stata comunque divertente ed interessante, ma, senza polemica andava organizzata un tantino meglio, specie se si vuol fare promozione.


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